Roma, Odeion Museo dell’Arte Classica, Polo Museale La Sapienza
Prof. Romolo Augusto Staccioli
Fondatore e Presidente storico di Archeoclub d’Italia, per aver intuito l’importanza e la necessità sociale e culturale di costituire un’associazione capace di aggregare specialisti, cultori e volontari in un’azione comune per la tutela del nostro patrimonio storico–artistico.
Dott.ssa Vera Corbelli
Per l’elevate capacità gestionali e manageriali nel campo della programmazione e pianificazione territoriale e nel coordinamento di Istituzioni pubbliche, attuate con il sinergico coinvolgimento di enti nazionali, regionali e locali del Paese Italia.
Prof. Massimo Cultraro
Per la passione per l’archeologia, coltivata fin da giovanissimo, che ne ha segnato le scelte formative, e per gli esiti professionali specialistici da lui conseguiti: di studio, di ricerca, di divulgazione della conoscenza e di promozione della cultura scientifica italiana. E ancora per i suoi interessi di studio riguardanti i temi storico-archeologici connessi all’area del Mediterraneo del III e del II millennio a.C., e per le importanti ricerche d’archivio condotte in Grecia e in Italia, che lo hanno portato a elaborare una inedita conoscenza dell’archeologo tedesco Heinrich Schliemann, non solo quale protagonista della scoperta di Troia ma anche come viaggiatore e tessitore di relazioni nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento.
Prof. Luigi Fozzati
Per aver profuso tutto il suo impegno nello studio e sviluppo delle discipline di archeologia subacquea e dell’antropologia del mare e delle acque e per la disponibilità, rispetto e collaborazione che ha sempre dimostrato nei confronti dell’associazionismo e del volontariato.
Prof. Massimo Osanna
Per aver contribuito attraverso impegno, professionalità e capacità manageriale alla ideazione di un inedito modello di gestione, divenuto punto di riferimento internazionale nel settore dei beni culturali, in favore di quello che François-René de Chateaubriand definiva “il più meraviglioso museo della Terra”: Pompei. Grazie al suo operato il Parco Archeologico di Pompei rappresenta, per l’opinione pubblica italiana, un’autentica storia di riscatto: il mondo ha ritrovato una nuova e meravigliosa Pompei.
Prof. Calogero Perri
Quale riconoscimento per i Beni Ecclesiastici e Liturgici, particolarmente tutelati e valorizzati attraverso le significative attività del Museo Diocesano di Caltagirone, la Biblioteca e Archivio Storico “PIO XI” e per una visione dell’Arte, non esclusivamente Sacra, connessa al Tempo, alle circostanze, al Luogo, ad una visione della Chiesa, da intendersi quindi come ricerca, e non momento ultimo della creazione artistica, non azione definitiva, ma aperta ad un inveramento, ad una continua relazione, al coinvolgimento del fruitore, quindi presentazione di un processo e di una propensione per la Grande Bellezza.
Prof. Ugo Picarelli
Per essere stato il primo ad aver ideato iniziative uniche al mondo rivolte allo sviluppo del Turismo archeologico e del patrimonio culturale dimostrando al contempo notevoli capacità manageriali nel coordinamento di Istituzioni pubbliche e private, Enti di ricerca e della rete dell’Associazionismo coinvolti nella difesa, promozione e valorizzazione delle risorse storico-artistiche ed ambientali del nostro Paese.
Generale di Brigata Roberto Riccardi
Per aver contribuito attraverso impegno, professionalità e capacità di comando a dare seguito ad una continua ed incessante attività operativa di tutela del patrimonio culturale italiano ed a contrastare, con il suo nucleo, azioni illegali e di illecito anche attraverso il recupero dei beni che vengono rubati, trafugati, esportati illecitamente. Grazie al suo operato l’azione del nucleo tutela, in sinergia con il Ministero della Cultura, conduce azioni di tutela dei Beni culturali contrastando la criminalità di settore, rappresentando un esempio internazionale di investigazione e di indagine anche con mezzi di elevata tecnologia.
Arch. José Maria Sànchez Garcia
Si celebra la qualità del progetto realizzato per l’adeguamento dell’intorno del tempio di Diana a Merida in Spagna. L’intervento risolve il rapporto conflittuale tra i ruderi archeologici e la città, tra modernità e memoria, tra l’esigenza di conservazione e quella della fruizione. Un progetto che riconfigura una porzione di città senza rinunciare alla narrazione storica. Brillante l’approccio alle diverse scale, da quella urbana a quella del design, sempre orientato verso la centralità del patrimonio archeologico ereditato. Si evidenzia come la qualità dell’architettura, nella gestione degli interventi in aree archeologiche, può essere strategica e funzionale per valorizzare tali aree, rendendole vive, fruibili; declinando l’architettura del contemporaneo in chiave didattica, come dispositivo narrante della storia. Tali pratiche culturali e progettuali rappresentano un contributo utile al dibattito internazionale sulle pratiche dell’architettura e della rigenerazione delle aree archeologiche.
Prof. Lorenzo Soave
Per essersi distinto nel corso degli anni in brillanti esperienze professionali internazionali nella ideazione e sviluppo di modelli di business e progetti di valorizzazione comunicazione e marketing per musei, distretti culturali e monumenti, per l’alta professionalità trasfusa nelle sue numerose pubblicazioni scientifiche e per la sua enorme capacità di distinguersi sotto il profilo didattico organizzativo quale direttore del Master di II livello in Gestione dei Beni Culturali giunto alla sua nona edizione presso la Unilink University di Roma.