Gallodoro, la Riviera Jonica, il mito da Omero al linguaggio comune
Singolare convegno venerdì scorso, preceduto da un’escursione
“Corpi mitici della riviera jonica, il mito incontro la roccia” è il titolo dell’evento che si è tenuto venerdì 9 a Gallodoro, organizzato da Archeoclub Area Ionica Messina, in collaborazione col comune di Gallodoro e nell’ambito del “cartellone” di Naxoslegge, diretto da Fulvia Toscano, quest’anno dedicato ai “Corpi”.
L’evento, coordinato dal socio Archeoclub Salvatore Mosca, è stato anticipato da un’escursione a Margi e S. Anna, guidata da Giovanni Curcuruto dove sono ancora vi-sibili sui luoghi le tracce di una strada romana e dove alcuni studiosi collocano la pre-senza di un importante insediamento greco.
Nei locali delle scuole elementari si è invece tenuto il dibattito moderato dalla vice presidente di Archeoclub Area Jonica Messina, preceduto da interventi introduttivi del sindaco Alfio Currenti (che ha sottolineato l’importanza e i frutti della collaborazione tra Archeoclub e comune), del presidente di Archeoclub Area Jonica Filippo Brianni (che ha introdotto i temi dell’argomento, evidenziando la centralità dell’area di Margi nella storia del comprensorio) e del parroco di Gallodoro e Mongiuffi Melia, Daniele Paolo Truscello (che ha sottolineato l’importanza di questo tipo di iniziative).
La prima relazione è stata quella di Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio dei Be-ni Culturali dell’Unione dei Comuni, che ha trattato “Corpi mitici, toponomastica e lin-guaggio comune”, facendo notare come tantissimi termini sia nella toponomastica che nel linguaggio anche attuale traggono origine dal mito, dalle località più cono-sciute (da Scilla ad Aci) e quelle del comprensorio jonico (come Melia), da beni di uso comune (cereali) ai molti modi di dire in uso nella riviera.
Lo storico Salvatore Mosca si è invece occupato di “Una terra cantata da Omero, rive-lazioni involontarie, leggere la storia in contropelo”. Mosca ha preso spunto dagli stu-di del prof. Giuseppe Lombardo contenuti nel libro “Scifì da Omero ad oggi”, in cui lo storico ipotizza che sia proprio la piana di Margi sa il luogo on cui Omero abbia am-bientato la famosa scena del XII canto dell’Odissea, quando i profughi, “oltrepassano lo Stretto” (quindi arrivano di fronte alla costa jonica) e compiono il sacrilegio ciban-dosi dei buoni sacri al Sole. Partendo dal testo di Lombardo, Mosca ha confrontato gli aspetti di quella tesi con altri riferimenti storici, dando una rilettura molto chiara ed affascinante della tesi stessa, dei suoi riscontri, degli elementi di discordanza.
Infine, Giovanni Curcuruto è anche per approfondire gli aspetti mitici e in qualche ca-so fantastici della valle del Ghiodaro e per lanciare un appello ai giovani affinché ri-scoprano l’importanza e le potenzialità della storia del comprensorio.
Gallodoro, 11.09.2022