Ritorni a Castellammare di Stabia il Doriforo!
Vincenzo Esposito (Presidente Archeoclub D’Italia sede di Castellammare di Stabia):“ Il Doriforo deve ritornare a Castellammare di Stabia. E’ a Minneapolis ma c’è una rogatoria internazionale dal 2022!”.
Massimo Santaniello (socio – fondatore di Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia):“La questione è stata sollevata decenni fa da Archeoclub d’Italia !”.
“Il Doriforo deve rientrare nella sua patria che è Castellammare di Stabia. C’è una rogatoria internazionale avviata, nel 2022, dalla Procura di Torre Annunziata. L’Archeoclub d’Italia aps Stabiae fa un po’ la sintesi degli eventi, giusto per non dimenticare. Tutto nasce da un importante articolo del prof. Umberto Pappalardo per la rivista Archeologia Viva n. 87 di maggio/giugno 2001. E Pappalardo fa un’ampia cronistoria di tutto :”Correva appunto il 1980 quando l’Antikenmuseum di Monaco di Baviera esibì nella sua collezione una copia romana del Doriforo, la famosa statua di Policleto scolpita intorno al 440 a.C. Questa copia, alta 196 centimetri – ha scritto Pappalardo – in marmo pentelico, lo stesso utilizzato per costruire il Partenone, veniva orgogliosamente esibita come la migliore replica a noi nota del celebre capolavoro dell’artista di Argo, più bella ancora della copia di doryphoros proveniente dalla Palestra di Pompei esposta al Museo Nazionale di Napoli. La statua messa in mostra dall’Antikenmuseum non era ancora in possesso di questo museo, ma lo sarebbe stata grazie a una sottoscrizione pubblica di sei milioni di marchi, pari a circa tre miliardi di lire dell’epoca. Fin qui tutto ammirevole, ma niente di eccezionale, se non fosse per la didascalia che diceva espressamente: “Doryphoros aus Stabiae“, ‘Doriforo da Stabia’. Un articolo de «Il Resto del Carlino», altri della «Frankfurter Allgmeine Zeitung» e infine uno de «Il Messaggero», ne scoraggiarono l’acquisto: la statua fu restituita al mercante e scomparve nel nulla, come se si fosse inabissata. Cosa affermavano di così deterrente quegli articoli? Che la statua era stata rinvenuta «…nel marzo del 1976 a Castellammare di Stabia da alcuni operai che stavano scavando le fondamenta di un edificio…» e che «…il prezioso reperto, invece di essere consegnato alla Soprintendenza archeologica della Campania, finì nelle mani di un noto antiquario romano, da anni punto di riferimento del traffico archeologico clandestino quindi, secondo una prassi consolidata, spedito in Svizzera ». Intorno al 1986 la statua riapparve negli Usa a Minneapolis, presso il Minnesota Museum of Art, ma questa volta la didascalia era cambiata: diceva che la statua era stata trovata agli inizi degli anni Trenta «in the sea off Italy», ‘nei fondali marini oltre l’Italia’, come a dire in acque internazionali (quanto si pensava bastasse a cancellarne le impronte di provenienza illecita…)”. Questa è la storia del Dioforo di Castellammare di Stabia. Come Archeoclub d’Italia invitammo proprio, il professore Umberto Pappalardo, nel 2019, ad una conferenza per evitare che l’argomento finisse nell’oblio”. Lo ha affermato Vincenzo Esposito, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia.
Archeoclub e l’impegno per il ritorno a Castellammare di Stabia.
“Noi dell’Archeoclub leggemmo l’articolo e ci sembrò così assurda la vicenda da non poter lasciare che cadesse nell’oblio. Quindi contattammo il prof. Umberto Pappalardo e lo invitammo al convegno organizzato a Castellammare di Stabia il 15 novembre 2019. La notizia del convegno ebbe un’eco mediatico molto rilevante, si occupò della vicenda anche la Presidenza dell’Archeoclub D’Italia APS. In modo particolare la notizia destò l’interesse della senatrice Margherita Corrado e altri componenti di diverse forze politiche, i quali l’8 ottobre 2020 avanzarono l’interrogazione a risposta orale 3-01961, all’allora Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, citando sia l’articolo del Prof. Pappalardo che il convegno a tema promosso dall’Archeoclub Stabiae il 15 novembre 2019.
L’accelerazione è avvenuta con lo speciale su “Il Doriforo” – ha dichiarato Massimo Santaniello, socio fondatore di Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia – realizzato dal giornalista di Sky John Pedeferri nel programma “Trafug’Arte” nel 2021. Finalmente il 18 gennaio 2022 la Procura di Torre Annunziata a conclusione delle indagini avvia la rogatoria internazionale per la restituzione della statua.
Auspichiamo che il silenzio assordante sulla vicenda non duri altri decenni, ma le Autorità italiane si adoperino in tutte le sedi per riportare la statua nel luogo che le compete, cioè il Museo Archeologico di Stabia Libero d’Orsi”.
Per interviste:
Vincenzo Esposito – Presidente Archeoclub d’Italia sede di Castellammare di Stabia – Tel
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 596745