Da Cava de’ Tirreni con ben 12 palazzi nobiliari, a Pieve Favera borgo che guida la rinascita dei centri storici feriti dal terremoto, con la creazione di itinerari turistici o ancora da Trecchina il Borgo – giardino alle Vie dei Pellegrini, in Puglia, dalle chiese medievali in campagna all’oasi naturalistica di Molfetta. A Mondolfo ha riaperto l’antichissima cripta dell’abbazia di San Gervasio di Bulgaria risalente a 1500 anni fa. Ad Amaroni, in Calabria escursionisti accolti in piazza con costumi tradizionali, pacchiane e balli.
Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia):“Riscopriamo la bellezza dei borghi anche perchè al loro interno c’è il patrimonio storico, archeologico e paesaggistico. Il nostro slogan è stato :“Conoscere la bellezza e promuovere la ricchezza ambientale e architettonica”.
Nel link interviste e spettacolari immagini dei palazzi nobiliari https://www.transfernow.net/dl/202504277LChh5s2
Nel link video e foto di Calascio, Mondolfo, Trecchina, Molfetta , Amaroni anche con il minuto di raccoglimento per Papa Francesco https://www.transfernow.net/dl/202504282ppY4YT7
“ Viviamo i borghi, viviamo le piccole frazioni di città! Sono luoghi ricchi di storia e di storie. Grande riscontro per le passeggiate promosse da Archeoclub d’Italia con “Primavera nei Borghi d’Italia” per conoscere la bellezza e promuovere la ricchezza ambientale e architettonica. Visite in tutta Italia, con escursioni nei centri storici e anche aperture di palazzi del ‘700, residenze private che spesso non sono accessibili al pubblico. Il nostro slogan è stato: “Conoscere la bellezza e promuovere la ricchezza ambientale e architettonica”. Ed è importante farlo per mitigare il rischio di spopolamento dei borghi, soprattutto quelli piccoli e anche delle piccole frazioni di città che potrebbero avere una vocazione culturale e turistica. Allo stesso tempo è fondamentale favorire la conoscenza dei luoghi che magari abbiamo dinanzi ai nostri occhi e dei quali conosciamo poco”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia.
Come ad esempio a Cava de’ Tirreni dove centinaia di persone hanno visitato Palazzo Ferrari, Palazzo Quaranta, Palazzo Genoino, Palazzo Vitagliano, Palazzo Ioele, Palazzo Iovene, Palazzo Vitale – Atenolfi, Palazzo Abenante, Palazzo De Filippis, Palazzo Palumbo, Palazzo Giordano, Palazzo Alfieri. Quasi tutti edifici del ‘700.
Escursioni in tutta Italia, nei borghi e frazioni meno conosciute!
“Palazzo Palumbo è uno dei più importanti di Cava de’ Tirreni e venne costruito con un disegno unitario dal nobile Carmine Palumbo, una famiglia importante soprattutto nel commercio della seta. Il palazzo Palumbo – ha dichiarato Salvatore Milano, storico e studioso del Centro Studi per la Storia di Cava de’ Tirreni – dal quale abbiamo iniziato il percorso, risale al 1776 e la particolarità è che è stato costruito con un disegno unitario. Un disegno unitario e abbiamo visto un ampio portone, una grande corte ed abbiamo anche lo stemma della famiglia che è stato restaurato da poco, ma abbiamo anche un bellissimo pozzo in pietra, le scale con bellissimo lavoro di stucco delle volte”.
E sono stati gli storici ad accompagnare turisti e cittadini nei cammini e nelle escursioni.
A Cava passeggiata lungo l’unico borgo porticato dell’Italia Meridionale, alla scoperta delle sue corti e dei palazzi storici.
“Con Primavera nei Borghi si vuole valorizzare il territorio – ha affermato Anna Padovano Sorrentino, Archeoclub d’Italia – Cava de’ Tirreni – anche le bellezze architettoniche. Nel caso di Cava de’ Tirreni abbiamo deciso di presentare quella che è la bellezza della Strada Regia delle Calabrie e con la collaborazione del Centro Studi per la Storia di Cava, abbiamo deciso di raccontare le bellezze del corso porticato aprendo i portoni di ben 12 palazzi e svelando alcune particolarità storiche delle corti. Prossimamente presenteremo, nell’ambito di Giubileo For All, un concetto di accessibilità universale con il quale andiamo a garantire, a prescindere da una propria condizione di disabilità la conoscenza della storia e del territorio”.
E proprio a Cava de’ Tirreni si sta lavorando ad un progetto digitale innovativo.
“Una giornata eccezionale, con grande risposta di pubblico. Primavera nei Borghi ha voluto valorizzare la storia che abbiamo sotto gli occhi ma che non tutti conoscono – ha dichiarato Gianluca Vatore, Archeoclub d’Italia Cava de’ Tirreni – e nel caso di Cava con un percorso tra i palazzi storici del borgo. Ma non è finita perchè avremo progetto di QrCode che creeranno un Museo a cielo aperto. Il prof. Milano, storico, ha raccontato aneddoti e particolari storici riguardanti i numerosi palazzi del ‘700. Ma stiamo lavorando anche sul digitale, con installazioni Q r Code che avremo per la città, nei punti storici e strategici della città ma stiamo lavorandoad applicazioni con la geolocalizzazione. Un progetto nuovo ma che racconterà la storia”.
Aperture di siti culturali meno conosciuti e spesso chiusi al pubblico. Nelle Marche, a Mondolfo, piccolo borgo c’è un vero gioiello, dove ha riaperto l’antichissima cripta dell’abbazia di San Gervasio di Bulgaria.
“La cripta ha 1500 anni ed è stata restaurata da poco – ha affermato Alessandro Berluti, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Mondolfo – ed esattamente risalirebbe al 500 – 510 ed ha il sarcofago di stile ravennate più grande che c’è nelle Marche. Sul sarcofago che sarebbe la tomba di San Gervasio, è tutto un cantare e narrare la resurrezione del Cristo. Il restauro ha interessato il pavimento, il sarcofago,la colonna con la sua iscrizione. Ed una scritta particolare, greca nella quale è scritto che nessuno è immortale ed è scritta rovesciata. Siamo in uno dei luoghi più antichi dell’intera chiesa senigalliese, da cui si irradiò il cristianesimo nell’intera Valcesano, potendovi ammirare il più grande sarcofago ravennate presente in tutta la Regione Marche, in una architettura legata alla stazione di posta di epoca romana di Ad Pirum Filumeni, sul luogo raffigurata dalla famosissima Tabula Peutingeriana, l’antico itinerario stradale di epoca romana di cui l’abbazia conserva una riproduzione a grandezza naturale”.
C’è Pievefavera che contava 70 abitanti. Ora, dopo il terremoto sta puntando sulla nascita di itinerari turistico – culturali, in grado di mettere in rete le frazioni alte con quelle più a valle.
“Oggi Pieve Favera è uno dei borghi che si candida a itinerario turistico. Si vuole rianimare la rete dei borghi colpiti dal sisma, nelle Marche. Questo borgo è teatro di storie appassionanti come quella di Marino Favorino, autore del primo vocabolario di greco e precettore di papi illustri alla marchesa Margherita Sparapani, viaggiatrice, appassionata di scienza. Pieve Favera si affaccia sul lago di Caccamo. Il borgo di Pievefavera è un luogo ricco di storia e fascino. La sua posizione strategica, a 450 metri su uno sperone roccioso sulla valle del Chienti, lo rendeva un punto di controllo importante per le vie di comunicazione. Le prime testimonianze storiche risalgono all’epoca romana come testimoniato dai resti di una villa rustica di età tardo imperiale e dai reperti archeologici oggi conservati nel locale antiquarium. Sviluppatosi in epoca medievale (XIII sec.), conserva ancora la struttura di ‘castel murato’ – ha dichiarato Fiorella Paino, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Marca di Camerino – con tre cortine e quattro torri. Insieme ai vicini borghi di Bistocco e Valcimarra, faceva parte di una rete di castelli che controllavano la viabilità della valle sottostante. Durante il Medioevo, Pievefavera rivestì una notevole funzione religiosa, anche per la presenza di una pieve, ovvero una chiesa con giurisdizione su un vasto territorio circostante. Nei secoli XIV e XV, il borgo rientrò nelle pertinenze della famiglia da Varano, signori di Camerino e di un vasto territorio. Nel corso dei secoli, Pievefavera ha subito diverse trasformazioni, mantenendo però intatto il suo impianto medievale con strette vie e case in pietra. Oggi, Pievefavera si affaccia sul Lago di Caccamo, invaso artificiale realizzato nella seconda metà del XX secolo. L’abitato costituisce un borgo tranquillo e suggestivo, circondato da uliveti conosciuti per il cultivar Coroncina, olio molto apprezzato, ed è meta di visitatori che godono della sua bellezza storica e paesaggistica”.
Ma eventi si sono svolti in tutta Italia, come ad esempi in Basilicata, definito il borgo – giardino.
“E’ stato un modo di vedere e far vedere il patrimonio naturalistico e culturale anche in maniera lenta, facendosi guidare da persone esperte – ha dichiarato Mara Di Lascio, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Lauria – con un cammino lungo i luoghi della devozione religiosa, tra natura e storia popolare nella Valle del Noce, tra il palazzo Baronale ma con sosta alla Cappella della Foraina dove, nel mese di Settembre la Madonna del Perpetuo Soccorso soggiorno prima di rientrare nella chiesa madre. La statua scende dal Santuario situato su una delle tre cime di Trecchina, sul Monte Serra – Pollino.
“Dalla sommità del Monte si riescono a vedere molti Santuari, ad incominciare da quello di Sirino, quello di Lauria – ha affermato Antonio Ielpo, storico locale – e addirittura quello calabrese ma anche il Santuario della Madonna del Pollino o di Castelluccio, come se fosse parte di una rete di Santuari”.
O ancora in Puglia, trekking tra chiese medievali in aperta campagna entrando in un’oasi naturalistica, a Molfetta.
“Le vie dei pellegrini, il sistema costiero di difesa, la toponomastica marinara. Trekking storico naturalistico da Cala San Giacomo a Torre Calderina. Un trekking tra chiese medievali da Cala San Giacomo a Torre Calderina, tra chiese medievali, oasi naturali, ambiente marino. E’ un percorso importante perchè evoca storia – ha dichiarato Alina Gadaleta Caldarola, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Molfetta – ma è anche un cammino naturalistico perchè entriamo in un’oasi naturalistica importante per la presenza di un’avifauna migratoria ma è soprattutto l’antico tracciato della via dei pellegrini. E’ stato un trekking naturalistico, culturale e archeologico lungo la fascia costiera a ponente del borgo marinaro di Molfetta, per conoscere: l’antico approdo medievale di Cala San Giacomo, i resti della Chiesa medievale di San Filippo e Giacomo tra storia ed architettura, l’Oasi naturale di Torre Calderina tra ambiente marino, biodiversità’ e specie faunistiche, i muretti a secco, la toponomastica costiera, la Torre cinquecentesca”.
La via dei pellegrini era ricca di vestigia.
“Era ricca di vestigia che testimoniano il passaggio di migliaia di persone. Migliaia di persone – ha affermato Betta Mongelli di Archeoclub d’Italia sede di Molfetta – che lasciano le loro traccia nei documenti, nei diari. Questo itinerario che oggi vediamo brullo dobbiamo valorizzarlo”.
Anche in Calabria con Amaroni dove gli escursionisti sono stati accolti dalle pacchiane in vestiti tradizionali e dalle tarantelle.
“Anche Amaroni, borgo calabrese di 1631 abitanti è stato protagonista de La Primavera nei Borghi di Archeoclub d’Italia. Siamo stati accolti dalla musica popolare in Piazza dell’Emigrante con musicisti che in abiti d’epoca calabresi hanno suonato mentre le pacchiane hanno ballato vestendo gli abiti tradizionali, antichi. Abbiamo visitato il Museo della Civiltà Contadina della famiglia Olivadoti – ha dichiarato Lorenzo Santanastasi, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Amaroni, in Calabria – dove è stato possibile vedere gli antichi attrezzi e le macchine olearie in uso fino ai primi anni 60/70 del XX secolo. Ad Amaroni è stato possibile ammirare le antiche mura dell’ Abbazia di San Nicola delle Maliole fondata da San Luca di Melicuccà vescovo di Isola Capo Rizzuto ( KR ) nella seconda metà dell’ anno 1000 ( 1092 circa ). L’ abbazia era retta da monaci maroniti basiliani che seguivano la regola di San Basilio . Questa Abbazia, le cui mura sono state riportate alla luce fortuitamente a luglio 2024 dal proprietario del terreno a seguito di regolare pulizia della campagna ed il quale ha fatto alla nostra associazione regolare segnalazione e noi abbiamo dato immediata comunicazione alla Soprintendenza ( che il 30 luglio 2024 ha effettuato il sopralluogo ) ed al nostro sindaco, fu costruita prima nel periodo bizantino e successivamente ricostruita ( 1092 ) in epoca normanna da San Luca di Melicuccà che morì nella chiesa ( situata nell’ altura vicina ) di questa Abbazia il 10 dicembre 1114. Tale Abbazia è citata in un diploma di Ruggiero il normanno del 1096. Per il museo della civiltà contadina di proprietà della famiglia Olivadoti Antonio vedranno gli antichi attrezzi e macchine olearie in uso fino ai primi anni 60/70 del XX secolo”.
A Calascio, in Abruzzo, il borgo noto per il Nome della Rosa.
“Da Lady Hawke a Il nome della Rosa, c’è Calascio, borgo che da luogo sconosciuto è diventato meta di numerosi visitatori che cercano panorami emozionanti e le atmosfere dei due importanti film che lo hanno visto luogo protagonista. Si cerca la magnifica Rocca che guarda dai suoi 1460 metri di altitudine l’altopiano di Campo Imperatore e le più alte cime d’Abruzzo – ha affermato Maria Rita Acone, Referente della Primavera nei Borghi di Archeoclub d’Italia – si cerca il castello con il suo borgo arrampicato tra le rocce, feudo dei Piccolomini, che il National Geogrphic ha inserito nel 2019 tra i quindici castelli più belli del mondo. Oggi i residenti di Calascio non arrivano a cento ma, malgrado ciò, il borgo è vivo e ben tenuto e regala a chi ama antiche atmosfere e l’aspra natura dei monti momenti indimenticabili tra le case di pietra, circondati dal silenzio e dal rumore del vento che si infila tra i vicoli e ti segue nelle solitarie e faticose salite. Durante la passeggiata abbiamo visitato alcune delle tante chiese del paese che conservano affreschi trecenteschi, dipinti, cappelle signorili, prodotti pregevoli dell’artigianato locale come ad esempio un elegante portale del XVI secolo. Il borgo di Calascio la cui nascita risale all’alto medioevo, vanta ancora, malgrado i tanti terremoti subiti, case-torri e antiche scalinate, vie coperte per proteggersi dal freddo e dalla neve, piccoli giardini e piazze ricavate nei rari luoghi pianeggianti. Un borgo abitato per alcuni secoli da ricchi possidenti che hanno qui costruito palazzi importanti e di pregio ornati da logge e cortili, che hanno ospitato nei secoli personaggi di gran rilievo culturale come il pittore Teofilo Patini di cui si conservano due famose opere che ammireremo durante il percorso guidato”.
Per interviste:
Maria Rita Acone – Referente de La Primavera nei Borghi di Archeoclub d’Italia – Tel 340 – 2522184.
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.