Il 12 Maggio la 30esima edizione di Chiese Aperte!
La riscoperta delle grandi opere nei piccoli borghi d’Italia!
Rosario Santanastasio ( Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia) : “Vedremo chiese del IX secolo, ma entreremo in Monasteri, Conventi, cappelle che sono anche chiuse al pubblico. In Abruzzo un itinerario culturale che unirà ben 6 coimuni dell’area interna. Credo che questa sia la strada giusta per salvare i borghi! Ben 200 eventi, 200 escursioni, 200 luoghi, 200 siti che sono meno conosciuti. Eventi alle porte di Roma come in Val Di Comino ma in tutte le regioni. Quest’anno contribuiremo anche alla piantumazione dell’Olivo Bianco, noto come Olivo della Madonna, un tempo usato per alimentare le lampade delle chiese ma poi scomparso. Con questa azione andremo a salvare la Leucocarpa tutelando la biodiversità”.
Tutto il calendario di Chiese Aperte è sul sito www.archeoclubitalia.org
“Il 12 maggio avremo in tutta Italia la trentesima edizione di “Chiese Aperte”. Siamo dinanzi ad un grande successo di Archeoclub D’Italia. Più di 200 saranno le escursioni, in tutto il Paese, per far conoscere il patrimonio culturale che si trova nelle chiese, alcune chiuse da tempo, altre in piccoli borghi della nostra Italia. Il prossimo 12 maggio apriremo le chiese alla conoscenza e alla fruizione pubblica, con la collaborazione dei nostri Soci e il coinvolgimento di studenti, studiosi, confraternite, volontari, ecc. E così, come avviene da diversi anni, oltre alla conoscenza storica e architettonica degli edifici di culto, estenderemo la nostra attenzione anche ai manufatti che vi sono contenuti, con un approfondimento storico[1]artistico di queste opere e degli autori che le hanno realizzate. Quest’anno sarà un evento nell’evento. In Italia rischiavamo di perdere una pianta importante che è la Leucocarpa, nota come ulivo bianco della Madonna. Si tratta di una pianta che veniva coltivata nei secoli scorsi per favorire la produzione dell’olio con il quale alimentare le lampade delle chiese. Con l’arrivo dell’energia elettrica, questa pianta è andata nel dimenticatoio e per molto tempo non è stata più coltivata. Una nostra archeologa, Anna Rotella, è riuscita a ritrovarne un esemplare e fare in modo che venisse piantumata nelle chiese. In questo modo la Luococarpa, utile alla biodiversità della quale l’Italia è ricca, è stata salvata. Prevediamo di piantarla presso tutte le chiese che saranno protagoniste di Chiese Aperte 2024”. Lo ha annunciato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia.
Il 12 Maggio – Chiese Aperte in tutta Italia!
“A Pisa ad esempio visiteremo la Chiesa di San Paolo a Ripa. Parliamo di una chiesa menzionata già dal 1032, salvata da una serie di dissesti strutturali. Al suo interno ci sono opere del 1396 a firma dell’artista Turino Vanni, ma anche 15 epigrafi sepolcrali e celebrative del XII secolo. In Umbria, a Todi, ammireremo la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami che rappresenta la più antica Istituzione della Città di Todi, documentata già nel 1282. Saremo dinanzi ad un bellissimo esempio di arte barocca, con marmi policromi e numerosi dipinti in ogni angolo dell’abside e della navata. All’interno della Chiesa si potranno ammirare dipinti che raccontano la vita di San Giuseppe, dal matrimonio fino alla morte. Degna di particolare nota è la Pala d’Altare, dipinta nel 1623 dal pittore Andrea Polinori che rappresenta Giuseppe, Maria e il bambino nella vita quotidiana del falegname espressa con toni intimistici e molto delicati. All’interno del piccolo complesso ecclesiastico – ha continua to Rosario Santanastasio – dalla semplice pianta rettangolare e ad unica navata, si erge la cappella di Santa Maria in Egitto, eretta dal falegname Cristoforo Crescimbeni, che ne dispose il passaggio alla Confraternita nel suo testamento del 1655. In Puglia molteplici escursioni, ad esempio a Manduria entreremo nella chiesa e Convento di San Francesco del XV secolo. Il primo nucleo della chiesa e del convento risalgono al 1474 e ammireremo il bellissimo chiostro quattrocentesco, con colonne, pavimentazione originarie e con dipinti su intonaco del XVIII sec. L’ex refettorio, che si affaccia sul chiostro,è arricchito da dipinti su intonaco, realizzati da pittori locali ed al momento è oggetto di restauro. Visiteremo la mostra di paramenti sacri. In Italia c’è un borgo che si chiama Bitetto con 11.000 abitanti. Il complesso risale al 1598 ed è stato anche scuola o Caserma del Comando militare ed ancora Convalescenziario militare. Molto interessanti le opere pittoriche tardo-barocche conservate all’interno della chiesa. Il pavimento maiolicato del presbiterio mostra ancora, nei punti meno usurati dal calpestio, l’originaria brillante policromia che caratterizza le losanghe quadrilobate con fogliame e grappoli d’uva, cui si alternano raffigurazioni di rose. Ma a Bitetto visiteremo anche la chiesa di Santa Maria La veterana, molto bella con 1000 anni di storia. Il complesso sacro sorge nella periferia meridionale dell’abitato ed è tradizionalmente noto come L’Annunziata. Parte superstite di un importante casale fortificato altomedievale, la chiesa è ubicata in una porzione di territorio frequentato sin dall’Età del Bronzo. Ricostruito tra il 1294 e il 1302, ampliando una fabbrica sacra preesistente di cui si ha notizia da una Charta datata febbraio 959, il complesso sacro sarebbe di fondazione benedettina come si dedurrebbe dal ritrovamento del pregevole capitello a stampella, in marmo bianco, databile tra il X e l’XI secolo. Indubbia è la sua funzione di santuario mariano, luogo di particolare devozione popolare per gli abitanti di Bitetto e le genti limitrofe che vi affluivano, soprattutto, per invocare la protezione della Madre divina sui bambini nel giorno della celebrazione della Vergine Annunziata. Nella piazzetta antistante la chiesa, nel dicembre 2008, è stato collocato il prestigioso bronzo alato raffigurante il mitico Icaro. L’opera, realizzata e donata dal famoso scultore newyorkese Greg Wyatt, rivitalizza il contesto storico e culturale nel quale è inserita e idealmente auspica all’intero sito il meritato respiro internazionale”.
Ma saranno tutti i territori dell’Italia a partecipare.
“Ad esempio nelle Marche tanti eventi. A Corinaldo la Madonna dell’Addolorata, con il Monastero Femminile costruito nel 1555 come Monastero Femminile. Il monastero arrivò ad ospitare sino a 72 monache che entravano in clausura portando una dote che poteva variare tra i 200 e i 300 scudi. Evento a Montegiorgio, a Morravalle, a Ripatransone. Andremo alla scoperta di Monasteri, Conventi, ma anche cappelle che spesso sono chiuse in quanto appartenenti anche congreghe. Ben 200 eventi in tutta Italia, in 200 borghi, in 200 luoghi. Nel Lazio in Val Di Comino, visiteremo la Chiesa di San Simeone Profeta ad Alvito, in Val di Comino, un vero e proprio tesoro d’arte, che custodisce al suo interno una pinacoteca ricca di capolavori del Settecento napoletano. L’interno della chiesa, in stile barocco – ha concluso Santanastasio – è stato impreziosito nel 1721 con un magnifico soffitto ligneo e una grande pala d’altare raffigurante la Presentazione al Tempio, opera di Francesco Sacco del 1738. Sull’altare maggiore si trova invece una pala di soggetto simile, ma di fattura più antica, attribuita ad Andrea Solario detto Lo Zingaro (XV-XVI secolo). La lunetta superiore, aggiunta successivamente, è opera di un altro pittore locale del Settecento, Gaspare Capricci, che ha realizzato anche le pregevoli copie delle opere di Jouvenet che adornano la cappella della Madonna di Loreto. Nella settima cappella, degna di nota è la bellissima tela copia della Madonna del Rosario di Luca Giordano. Tra le altre pale d’altare, ricordiamo: Maria Maddalena in riposo (scuola napoletana, copia di un quadro di Nicolas Régnier conservato alla Kunsthistorisches Museum di Vienna, metà ‘600) ed ancora Anime salvate dall’Eucarestia (scuola dello Stanzione, fine ‘600) o la Sacra Famiglia (scuola del Solimena, fine ‘700) • Sant’Anna ed altri Santi (scuola caravaggesca napoletana, ‘700) e ancora la Madonna del Carmine (scuola di Luca Giordano) Sulle massicce alzate del mobilio della Sacrestia sono conservate due Crocifissioni, in splendide cornici del Settecento. La chiesa vanta inoltre opere di validissimi ebanisti del Settecento: a Catarinozzi si deve il monumentale organo, mentre a Giovanni Ergenberg il Coro per 12 Canonici (1760). Del XIX secolo sono invece il pulpito e il sottostante confessionale”.
Per interviste:
Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia e referente evento “Chiese Aperte 2021” – Tel 338 – 931 0216.
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 2393585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.