Sabato 26 e Domenica 27 Aprile sarà Primavera nei Borghi. Per la stampa, a fine nota, ci sono i contatti dell’addetto stampa e della referente Primavera nei Borghi di Archeoclub d’Italia che se chiamati potranno mettere contatto diretto con il territorio.
Nel Lazio –
Ferentino – Domenica 27 Aprile – ore 10 – visita al borgo con 26 siti culturali dal Teatro Romano del II sec. d.C. alla Porta Sanguinaria.
Terracina – Sabato 26 aprile – due turni di visite – dalle ore 10 e 30 alle ore 12 e 30 e dalle ore 17 alle ore 19 – visita al Centro Storico di Borgo Hermada con i suoi monumenti, con particolare riferimento alla chiesa di S. Antonio e all’edificio della Pileria.
Comunicato Stampa
Da domani – Sabato 26 Aprile a Domenica 27 Aprile – Primavera nei Borghi in tutta Italia.
Nel Lazio domani il borgo di Hermada. Domenica il borgo di Ferentino con i suoi 26 siti culturali.
Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia):“Renderemo omaggio a Papa Francesco che costantemente ha sostenuto i temi dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio culturale e lo faremo durante i cammini, le escursioni, le visite. Nel Lazio eventi a Terracina e Ferentino”.
Venceslao Grossi (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Terracina) : “Non tutti sanno che in Italia c’è un borgo che si chiama Hermada e lo vedremo nell’ambito della Primavera nei Borghi, Si trova a Terracina ma Il suo nome (assegnato nel 1934) deriva dal Monte Ermada nel Carso (attuale Comune di Duino Aurisina, in Provincia di Trieste) e ricorda la 10a e l’11a battaglia dell’Isonzo, combattute dall’esercito italiano nel 1917 durante la I Guerra Mondiale”.
Antonio Ribezzo (Presidente Archeoclub d’Italia sede di Ferentino):“Ridata luce al Teatro Romano! Simbolo della rinascenza. Domenica 27 Aprile, Ferentino sarà protagonista de La Primavera dei Borghi. Ben 26 i siti culturali da vedere e tanti percorsi naturalistici. Qui il patrimonio culturale si immerge nel paesaggio. Il Teatro è parte del paesaggio”.
Sentieri, siti culturali, curiosità! Sabato 26 e Domenica 27 Aprile, in tutta Italia sarà La Primavera nei Borghi!
Dai borghi archeologici alle piccole frazioni che conservano comunque un grande patrimonio culturale!
“Mancano poche ore all’inizio de La Primavera nei Borghi. Un evento importante che si svolgerà, in tuttan Italia da domani, Sabato 26 Aprile a Domenica sera 27 Aprile. Avremo più borghi in un unico paese. Avremo borghi archeologici. Avremo borghi naturalistici. Sarà l’Italia delle frazioni, degli angoli che conservano un grande patrimonio culturale. Durante gli eventi, durante i cammini, durante le escursioni avremo anche momenti di riflessione per Papa Francesco che ha sempre sostenuto i temi riguardanti l’ambiente, il paesaggio, la cultura. Nel Lazio inizieremo domani con Terracina e proseguiremo Domenica con Ferentino”. Lo ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia.
Domani, Sabato 26 Aprile il borgo di Hermada, nel Lazio.
“Non tutti sanno che in Italia c’è un borgo che si chiama Hermada e lo vedremo nell’ambito della Primavera nei Borghi, domani, Sabato 26 Aprile, inserata anche nella manifestazione locale denominata 51esima Pedagnalonga di Borgo Hermada. Avremo due visite culturali di due ore che si svolgeranno rispettivamente dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19. Visiteremo il Centro Storico di Borgo Hermada con i suoi monumenti, con particolare riferimento alla chiesa di S. Antonio e all’edificio della Pileria.
Il Borgo Hermada di Terracina è situato a circa 8 km a nord-ovest della città e si può facilmente raggiungere sia dalla S.S. Appia che dalla S.S. Pontina 148. La sua costruzione, che risale al 1935, è parte integrante della struttura storica della bonifica integrale della Pianura Pontina avviata dallo Stato negli anni ‘20-’30 del Novecento – ha affermato Venceslao Grossi, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Terracina, nel Lazio – ne costituisce l’estremo lembo orientale e, insieme a Borgo Vodice e a Borgo Montenero, realizzati nello stesso periodo ma appartenenti ad altri Comuni, ne rappresenta l’esito ultimo e più avanzato. Il Borgo fu progettato da Alfredo Pappalardo, ingegnere dell’Opera Nazionale Combattenti, integrando la nuova struttura urbana con il preesistente complesso agro-industriale di Macchia di Piano (la Riseria della Società Anonima Bonifiche Pontine di Roma), realizzato nel triennio 1925-1927. Il suo nome (assegnato nel 1934) deriva dal Monte Ermada nel Carso (attuale Comune di Duino Aurisina, in Provincia di Trieste) e ricorda la 10a e l’11a battaglia dell’Isonzo, combattute dall’esercito italiano nel 1917 durante la I Guerra Mondiale. Il nuovo insediamento fu organizzato in un’area rettangolare, divisa in due settori con impianto viario ortogonale determinato dalla direttrice di Via Cesare Battisti e incentrati su due piazze con valore rispettivamente istituzionale ed economico-produttivo, seguendo i modelli urbani delle “Città di Fondazione” dell’Agro Pontino. In Piazza XXIV Maggio sono ancora presenti gli edifici dell’originario centro di Macchia di Piano, tra cui, in particolare, l’edificio della “Pileria”sul lato nord, poi trasformato nell’Ospedale Antimalarico del Borgo e, successivamente, in sede del Consorzio Agrario Provinciale (oggi, purtroppo, in grave degrado). In Piazza IV Novembre sono invece conservati alcuni degli edifici principali del Borgo Hermada, di architettura razionalista, come la chiesa di S. Antonio con il suo campanile “a pilastro”, la “Scuola rurale”, la “Dispensa”, la “Palazzina del Direttore”, il “Fabbricato delle abitazioni” e la “Torre del serbatoio”, mentre del tutto trasformato risulta oggi l’originario e complesso edificio delle “Regie Poste-Casa del Fascio-Dopolavoro”. Va inoltre ricordato, al centro della Piazza, il Monumento ai Caduti della II Guerra Mondiale, opera dello scultore Duilio Cambellotti inaugurata nel 1950”.
Dunque Sabato 26 Aprile e Domenica 27 Aprile, sarà Primavera nei Borghi con escursioni, trekking, passeggiate, accompagnati da guide ed esperti in Beni Culturali di Archeoclub d’Italia, da archeologi, geologi, studiosi ed anche accademici.
Domenica 27 Aprile in visita a Ferentino con i suoi 26 siti culturali.
“Ferentino, candidata con le altre Città Erniche quali Anagni, Alatri e Veroli, a capitale Italiana della Cultura 2028, sarà protagonista de La Primavera dei Borghi, Domenica 27 Aprile. Escursioni, trekking, cammini e passeggiate dal Teatro romano del II sec. d.C. in via di definitivo restauro a – Porta Sanguinaria che evidenzia le tre tipologie delle mura della Città, in basso quelle megalitiche IV sec.a.C., al centro le romane II sec. d.C. ed in alto quelle medioevali, o ancora dall’Abbazia di Santa Maria Maggiore del XII sec al Monumento di Aulo Quintilio Prisco magistrato romano del II sec.d.C., con esperti in beni culturali, guide abilitate. Ferentino è la città del Teatro Romano del II sec.d.C. che oggi è vero protagonista di rinascenza. Tra Via Antiche Terme e Via delle Torri di Porta Sanguinaria sono, infatti, visibili i resti di un teatro romano risalente all’epoca imperiale (traianea o adrianea): esso segue il declino naturale della collina – ha annunciato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino, nel Lazio – raggiungendo i 12 metri di altezza ed un diametro di 54 metri. Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano la gradinata del suddetto teatro. Sono in luce la cavea – gradinata riservata al pubblico – e parte della scena – adibita agli attori. Tre sono le maniere di struttura di questi ruderi: laterizia la prima – costruita da grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana; a pietrame la seconda – legata con lo stesso tipo di malta; a costruzione mista la terza – con alternanza stratificata di pietrame e laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano con l’eccezione del tufo sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Sia il materiale che la tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.Il monumento, quindi, acquista eccezionale valore sia come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, sia come testimonianza monumentale di epoca imperiale, sia perché denota la cultura del popolo ferentinate amante degli spettacoli scenici, nonché l’importanza che la città ernica aveva ai tempi degli imperatori romani come centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Dimitilla”.
A Ferentino c’è Porta Sanguinaria!
“È la porta più importante della città e quella meglio conservata. Si trova a sud della città e guarda verso est. In origine aveva un architrave sostituito al tempo dei Romani da un arco a tutto sesto costituito da 13 conci radiali. Probabilmente detto architrave fu sostituito con un arco a tutto sesto nel periodo sillano quando vennero attuate altre opere di difesa sull’Acropoli. Le mura laterali mostrano i segni di 3 differenti epoche: preromana, romana e medievale. Nella parte inferiore le poligonali attestano l’età preromana – IV secolo a.C; al di sopra dell’arco – ha continuato Ribezzo – l’opera quadrata di travertino con 2 vuoti lasciati forse appositamente per alleggerire il peso dell’arco stesso, denota la romana – II sec. a.C. Su questa zona di travertino, il muro continua divenendo costruzione incerta denotando l’ambito cronologico medievale. Nel muro di età medievale sono visibili fori rettangolari disposti a distanze regolari: forse sono gli appoggi per le incastellature lignee, posto di guardia o offesa (caditoie), che nelle fortificazioni medievali venivano innestate sulla parete esterna del muro a difesa degli ingressi. La finestra aperta nel muro, quindi, potrebbe giustificarsi come passaggio dal ballatoio interno a quello esterno. Nel nome ci sarebbe l’eco di cruente battaglie, avvenute nei pressi della porta o il ricordo del percorso dei condannati a morte, che dalla porta uscivano per essere giustiziati nella sottostante Aia del Monticchio”.
Ma il 27 Aprile saranno protagonisti anche i siti di Santa Maria Maggiore, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco
“La splendida Abbazia di Santa Maria Maggiore, di impostazione e moduli costruttivi di evidente derivazione cistercense è uno dei monumenti più insigni del Lazio Meridionale in quanto una delle prime chiese in stile gotico cistercense, assieme a Fossanova e Casamari. Si pensa, infatti, che anticamente detta abbazia dovesse essere collegata con la grangia dell’abbazia di Casamari e come quest’ultima dovesse possedere un chiostro, testimoniato dai resti di arcate nella parete nord. Fu edificata probabilmente nella seconda metà XIII secolo (F. Munoz, C. Enlart, E. Lavagnino) e la costruzione è opera dei monaci cistercensi presenti nella zona già dal 1135, da quando cioè San Bernardo da Chiaravalle, con la protezione e la spinta di Papa Innocenzo III, venne a rinnovare l’ordine benedettino. Quindi agli abili costruttori cistercensi venne affidato il compito di monumentalizzare solennemente l’edificio. A Ferentino abbiamo anche il Testamento di Aulo Quintilio Prisco. L‘epigrafe è situata in un contesto suburbano – ha concluso Ribezzo – ed è il monumento più celebre della città. Il testamento, rarissimo e fatto erigere nel II secolo d.C, è ricavato su una viva roccia ed è costituito da un’edicola impostata su un basamento con pilastrini angolari. Al centro dell’edicola è inserita l’iscrizione, di carattere onorario e di notevole interesse giuridico. Essa fa memoria di un magistrato locale, appartenente alla tribù Palatina, vissuto nella prima metà del II sec. d.C di nome Aulo Quintilio Prisco, eletto 2 volte quattuorviro, quattuorviro quinquennale, pontefice e prefetto dei fabbri, nonché magistrato e patrono di Ferentino.La lunga iscrizione celebra, dunque, Aulo Quintilio Prisco ricordando le sue numerose cariche pubbliche e i benefici che procurò al popolo ferentinate. Dal testo si evince che il magistrato stabilì che parte delle rendite fosse destinata alle distribuzioni gratuite alla popolazione, da effettuare ogni 5 anni in occasione del compleanno del testatore che cadeva il 10 maggio. Aulo scelse con accuratezza il sito (rivolto verso la sottostante pianura, attraversata dall’odierna Casilina), affinché chiunque avesse letto il testo del suo testamento, avrebbe potuto ammirare la feracità dei fondi da lui donati alla città e conservare perenne il ricordo delle sue virtù politiche e della sua magnaminità”.
Per Interviste –
Maria Rita Acone Acone – Referente progetto per Archeoclub D’Italia – Tel 340 – 252 2184.
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.