A Ferentino riportato alla luce il Teatro Romano! Le Città Erniche candidate a Capitale Italiana della Cultura del 2028! La stampa interessata ad andare sul posto ma anche ad intervistare, troverà tutti i contatti a fine nota, grazie!
Comunicato Stampa
Antonio Ribezzo: “A Ferentino riportato allo splendore l’Anfiteatro Romano che in parte era coperto dalle abitazioni. E’ la città della rinascenza. A breve inaugurazione del Museo Archeologico. Ben 26 i siti archeologici. La candidatura delle Città Erniche del Lazio a Capitale Italiana della Cultura 2028, rappresenta la vera novità! ”.
Nella città – laboratorio della rinascenza. Ci sono ben 100 epigrafi ed un modello innovativo.
“Le Città Erniche del Lazio candidate a Capitale Italiana della Cultura. Una notizia che rappresenta una grande novità e spiego il perchè. La petizione ha raccolto centinaia di adesioni di cittadini, in tutta Italia, molti anche nel mondo. Abbiamo, insieme le città di Ferentino, Anagni, Alatri e Veroli, tutte nell’unico progetto di candidatura. E sono città con borghi storici! Parto ad esempio da Ferentino con la sua Acropoli situata nella zona nord-ovest e in posizione eccentrica rispetto al tessuto urbano delimitato dalla cinta muraria esterna. Si tratta di una vasta area le cui pendici sono fortificate e regolarizzate da una possente opera muraria, costruita secondo due tecniche diverse. Le mura risalirebbero a ben due epoche diverse ossia molto antica (pelasgica, poligonale) la parte inferiore in massi di calcare; di età sillana la parte superiore in blocchi squadrati di travertino, ma c’è chi sostiene che l’epoca costruttiva sia unica, tra il II e il I secolo a.C. Il dibattito è in corso. Oggi Ferentino è la città della rinascenza. E’ stato riportato alla luce e allo splendore antico l’Anfiteatro. L’inaugurazione si terrà a breve”. Lo ha affermato Antonio Ribezzo, Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Ferentino e Coordinatore Archeoclub d’Italia Lazio.
Opere ingegneristiche risalenti al 100 a.C.
Nel laboratorio della rinascenza: 150 epigrafi, Teatro Romano con restauro ultimato, la Domus Romana, il Mercato Romano, il Testamento di Aulo Quintilio Prisco, situato in un contesto suburbano, rarissimo e fatto erigere nel II secolo d.C, ricavato su una viva roccia ed è costituito da un’edicola impostata su un basamento con pilastrini angolari. Al centro dell’edicola è inserita l’iscrizione, di carattere onorario e di notevole interesse giuridico. Essa fa memoria di un magistrato locale, appartenente alla tribù Palatina, vissuto nella prima metà del II sec. d.C di nome Aulo Quintilio Prisco.
Il laboratorio della rinascenza post – Covid con il restauro del Teatro Romano.
“Nel 2021, con un meraviglioso Press Tour, accompagnammo la stampa internazionale all’Anfiteatro Romano prima che iniziassero i lavori. Oggi l’Anfiteatro è stato riportato alla luce. Alcune zone erano coperte e per questo motivo è stato necessario abbattere qualche edificio. Dunque un vero laboratorio della rinascenza post covid – ha continuato Ribezzo – in grado di trasformare in realtà quanto stabilito dal Recovery plan per i Beni Culturali. Un luogo periferico che ridiventa rinascenza. Oggi questo luogo è realtà. Spesso si pensa all’Italia per le opere incompiute. Oggi, a Ferentino abbiamo l’opera compiuta e a breve anche l’inaugurazione del Museo Archeologico”.
Dunque un Museo diffuso, un eco – museo da vedere, filmare, amare! Un punto di ripartenza per l’Italia!
Archeoclub si è battuta in modo costante.
“Il Teatro romano risale all’epoca imperiale. Segue il declino naturale della collina, raggiungendo i 12 metri di altezza ed un diametro di 54 metri. Le strutture sono in parte a cielo aperto e in parte inglobate nelle abitazioni private che occupano parte della gradinata. Sono state riportate alla luce la cavea e parte della scena.
Dai ruderi -ha dichiarato Antonio Ribezzo-sono leggibili tre tipologie murarie: la prima, costituita da laterizi, con grandi mattoni quadrati legati con un sottile ma tenace strato di malta e pozzolana; la seconda, costituita da pietrame, legato con lo stesso tipo di malta; la terza, a costruzione mista, che alterna strati di pietrame e a strati di laterizio. Il paramento a blocchetti di calcare a file orizzontali, legate da fasce di laterizio è tipico dell’età di Traiano-Adriano, con l’eccezione del tufo che qui è sostituito dal calcare, materiale facilmente reperibile nella zona. Materiali e tecnica edilizia sono perfettamente attribuibili al II sec. d.C, epoca di particolare splendore per Ferentino, che proprio nel periodo di Traiano ebbe Aulo Quintilio Prisco come patrono.
E’ un monumento di eccezionale valore storico: come testimonianza monumentale di epoca imperiale, come unico edificio teatrale nella zona degli Ernici, nonché come prova dell’importanza della città al tempo degli imperatori quale centro di vacanza e residenza, posizionato, non a caso, nelle vicinanze delle Terme di Flavia Domitilla”.
I resti della chiesa dedicata a San Pietro.
Sull’Acropoli esisteva originariamente una chiesa dedicata a San Pietro, risalente ai primi secoli del Cristianesimo. La tradizione vuole che l’Apostolo sia passato a Ferentino. Giacomo Bono sostiene che sia stata eretta nel V secolo.
Nel 1850 venne affidato all’architetto Andrea Busiri Vici il progetto per una nuova cattedrale che doveva sostituire quella attuale. Avrebbe dovuto eguagliare la chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, con tre portali corrispondenti alle tre navate interne, torri laterali e cupola centrale. Le fondamenta dell’edificio, mai portato a termine, sono ben visibili, saldamente piantate su fortificazioni di epoca romana, come è ben leggibile la relativa stratificazione archeologica.
C’è la Domus Romana con pavimenti musivi.
“Rinvenuta al piano terra del medievale Palazzo del Comune, la sua struttura è stata rimaneggiata nel corso dei secoli. Si affaccia oggi sulla Via Consolare, di fronte alla vasta e panoramica Piazza Mazzini. Sin dal 1905 l’architetto Luigi Morosini aveva comunicato che a poca profondità, sotto il piano terra del Palazzo, vi erano pavimenti a mosaico in bianco-nero e lastre calcaree.
Interventi di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni del secolo XX, negli ambienti che da tempo ospitano la sede dell’Associazione Pro Loco di Ferentino – ha proseguito Ribezzo- hanno portato alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio e lacerti di intonaci affrescati, i quali documentano la presenza di una domus di epoca repubblicana abbattuta e ricoperta dalle successive costruzioni. I resti del pavimento a mosaico sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale. In questa Domus privata, datata II sec. d. C., sono state individuate anche fasi edilizie più antiche, di epoca sia repubblicana che arcaica (VI sec. a.C.). Così il Palazzo Consolare si presenta come esempio unitario di continuità insediativa nell’ambito del tessuto storico ed urbanistico della città”.
A Ferentino il Mercato Romano edificio del II – I sec. a.C.
“Si tratta di un edificio risalente all’epoca sillana (II – I sec. a.C), costruito in opus incertum nello stesso periodo del rinnovamento dell’Acropoli. Il suo piano è 12 metri più basso della spianata.
Fu parte integrante del piano urbanistico attuato dai censori Marco Lollio ed Aulo Irzio per l’assetto monumentale della città alta. Infatti, è perfettamente inserito nel tessuto murario dell’Acropoli – ha concluso Ribezzo – e sottolinea la volontà dei due censori di esaltare il valore urbanistico di Ferentino. È uno dei primissimi modelli di aule fiancheggiate da botteghe, in modo da soddisfare esigenze funzionali connesse con le attività commerciali. La sua pianta è molto semplice: metà dell’area è destinata alla sala e l’altra metà alle botteghe, anch’esse coperte da volte a botte. Il grande arco d’ingresso, che si apre su una parete in opus quadratum, dà luce a tutto l’ambiente, essendo alto oltre 7 metri.
È costruito in conci radiali di calcare disposti in modo da formare una strombatura accentuata verso est che consente alla luce solare di penetrare fin dalle prime ore del mattino, illuminandolo nella zona più interna. L’aula è lunga 24 m: a destra dell’arco grande si aprono 5 fornici con la stessa copertura della sala ma con dimensioni diverse.
Si può dire che il suo modello sia stato un riferimento per questo genere di costruzioni, fino all’esempio più celebre e complesso dei Mercati Traianei a Roma (II sec. d.C).
Può anche configurarsi come una via tecta (strada coperta), forse presa a modello per il più tardo mercato di Tivoli, che il Boethius data posteriormente a quello di Ferentino, ossia alla metà del I sec. a.C. Ben 26 siti archeologici ed il grande restauro del Teatro Romano”.
Per interviste:
Antonio Ribezzo – Presidente Archeoclub d’Italia sede di Ferentino – Tel 338 – 682 0004
Rosario Santanastasio – Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – Tel 333 239 3585.
Giuseppe Ragosta – Addetto Stampa Nazionale Archeoclub D’ Italia – Tel 392 5967459.