L’Archeoclub D’Italia – sede AREA INTEGRATA DELLO STRETTO – nell’anno sociale 2023, al fine di promuovere e valorizzare i beni archeologici, storico-architettonici e ambientali presenti nel territorio, e di implementarne la fruizione, dota di QRcode il pannello didattico della Fontana Falconieri
Ideata nel 1842 dall’architetto messinese Carlo Falconieri come apparato effimero, in occasione dei sontuosi festeggiamenti voluti dal Senato di Messina per il diciottesimo centenario della Madonna della Lettera, fu apprezzata a tal punto che l’anno seguente si decise di tradurla in monumento marmoreo da innalzare nella piazza Ottagona (oggi Filippo Juvarra).
Nella originaria collocazione la “Fontana Nuova” è visibile in un’immagine precedente al terremoto del 1908, in posizione piuttosto decentrata rispetto alla piazza da cui in passato prendeva l’avvio la processione della Vara dell’Assunta.
Risparmiata dal sisma, la fontana fu smontata e depositata per lungo tempo nella spianata del Museo Nazionale di Messina. Solo nel 1957 si decise di restituirla alla cittadinanza restaurandola e rimontandola nell’attuale sito.
La grande vasca mistilinea, poggiante su una piattaforma ottagonale a gradini, è sormontata nei lati curvi da mezzelune con cespi a rilievo di gusto neoclassico. Su quattro supporti lapidei esterni sono poste figure fantastiche in ghisa con il corpo di pesce e le teste di leone, uomo, rapace e delfino.
Le sculture, realizzate presso la Fonderia Oretta di Palermo, non erano previste nel disegno iniziale e furono aggiunte solo nel 1846.
Al centro del bacino, su un basamento cruciforme ornato da festoni, si imposta una composita successione di elementi verticali (il pilastro sormontato da capitello e il balaustro traforato) alternati a vasche ellittiche di dimensioni decrescenti verso l’alto.
A coronamento è posta un’articolata composizione fitomorfa a volute culminante in steli fioriti e palmette.
Nella fontana si dispiega un ricco apparato decorativo attinto prevalentemente al repertorio figurativo della scultura rinascimentale, con
particolare attenzione alle più note elaborazioni del Cinquecento messinese, vivificato dalla presenza di personalità toscane di tutto rilievo.
L’assetto generale della fontana presenta, ad esempio, evidenti analogie con il fonte di Orione del Montorsoli.
I decori della stele sembrano d’altra parte ispirati alle candelabre del perduto pulpito attribuito ad Andrea Calamech la cui copia è oggi visibile all’interno del duomo di Messina.
Carlo Falconieri , architetto e letterato dal temperamento versatile e irrequieto, rivisita qui tali modelli filtrandoli attraverso una visione ormai eclettica, sebbene memore delle meditazioni sull’arte neoclassica, per approdare ad un decorativismo elegante, sebbene raggelato.
Falconieri Fountain
Messina
FALCONIERI FOUNTAIN
Messina
On the occasion of sumptuous celebration for the 18th centenary of the Vergin of the Letter, the Senate of Messina ,in 1842, committed to the architect Carlo Falconieri the design of an ephemeral memory of the
great historical gift of the letter.
The work by C.Falconieri was so much appreciated that the next year became a marble monument erected in Piazza Ottagona (today called Piazza Filippo Juvarra ).
Spared in 1908 by the earthquake, the fountain was dismantled and stored for a long time in the esplanade of the National Museum in Messina.Only in 1957 it was decided to place it in the actual site.
The large basin, resting on an octagonal platform with steps, is surmounted on the curved sides by half moons with heads in relief of neoclassical style.
On four external bases are placed fantastic cast iron figures with fish body and lion, man, rapacious and dolphin’s heads . The sculptures , made by a firm in Palermo, were not present in the initial design, but were added only in1846.
At the center of the basin, on a cruciform base decorated with festoons, it is set a composite sequence of vertical elements (pillar surmounted by a capital, and pierced balustrade )alternating with elliptical basins decreasing upwards in size. As crowning, it is placed an articulating phytomorphic composition in scrolls culminating in flowering stems and palms.
The general layout of the fountain has, for example, obvious similarities with the fountain of Orione by Montorsoli. On the other hand, the decorations of the stele seem to be inspired by the candels holder of the lost pulpit attributed to Andrea Calamech, whose copy is now visible inside the Cathedral of Messina.