Si è tenuto mercoledì 8 novembre, in un’Aula Magna gremita di studenti, docenti e rappresentanti della società civile, l’incontro dibattito sul tema “Comunicare la cultura, tra miti e certezze dello Stretto”, organizzato da Archeoclub d’Italia .
In apertura dei lavori, moderati dal giornalista Dott. Marco Olivieri, Direttore responsabile del quotidiano online “Tempostretto”, la Presidente Dott.ssa Rosanna Trovato ha sottolineato l’intento dell’incontro, in linea con la mission di Archeoclub d’Italia e delle sue sedi locali, di diffondere e condividere, ad un pubblico ampio e variegato, la ricchezza di contenuti culturali, di civiltà, bellezza e sostenibilità che animano l’Area dello Stretto, crocevia di esperienze straordinarie di conoscenza, accoglienza, contaminazione e integrazione.
Temi declinati nella loro valenza didattica e formativa dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, Prof. Stello Vadalà, che ha salutato con entusiasmo i numerosissimi giovani presenti e sottolineato l’importanza di azioni di comunicazione che, grazie al racconto dei luoghi e delle opportunità che essi offrono, aiutino i giovani ad immaginare il loro futuro in ambiti di sviluppo del territorio.
L’Assessore alla Cultura del Comune di Messina, Prof. Enzo Caruso, ha ribadito l’importanza delle sinergie tra amministrazione e società civile per una valorizzazione del territorio che passi anche da una comunicazione istituzionale adeguata.
In primo piano l’idea di un ponte culturale che unisca Messina e Reggio attraverso una comunicazione capace di combinare vecchi e nuovi linguaggi.
E su nuovi linguaggi, turismo, diritto e archeologia si sono incentrate le relazioni dei relatori qualificati docenti dell’ateneo messinese.
Comunicare lo spirito di un luogo nell’era del Metaverso e dell’intelligenza artificiale è stato il punto su cui il Prof. Francesco Pira, Associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha incentrato il suo intervento. Una sfida avvincente nell’era della comunicazione globale. Come utilizzare i social network e come coniugare l’utilizzo dei vecchi e nuovi media.
Il Prof. Filippo Grasso, Aggregato di Analisi del Mercato ed esperto di Turismo, ha evidenziato la stretta connessione tra il turismo e la comunicazione. Prima di tutto perché il turismo è una forma di comunicazione: con gli altri e con se stessi.
Il turismo essendo l’industria del viaggio racconta la storia di sè: fatta di viaggi, di esplorazioni, di cammini, di curiosità.
Il prodotto turistico, quindi, non può essere comunicato se non è definito attraverso la conoscenza del territorio, delle risorse materiali e immateriali, dall’offerta turistica di qualità, sostenibile e credibile. E la comunicazione assume la consepavelozza e l’efficacia della sua azione se fa leva su elementi propri del viaggio esperienziale: motivazione, emozione, relazione.
Comunicare lo Stretto di Messina come luogo dell’esperienza giuridica è stato l’argomento della Prof.ssa Cinzia Ingratoci, Ordinario di Diritto della Navigazione.
Lo Stretto di Messina è da sempre al centro di un dibattito culturale che ne ha investigato anzitutto la realtà geografica, geologica, orografica e biologica, approfondendo i contenuti di valore storico, artistico e paesaggistico che caratterizzano il sito con elementi di unicità e irripetibilità.
Comunicare lo Stretto di Messina come bene identificativo di una “cultura del mare”, che valorizzi le potenzialità di questa preziosa risorsa nel rispetto dei limiti imposti dalla sua tutela, spinge a spostare l’angolo visuale della narrazione nell’area, meno battuta, del diritto. In tale contesto, lo Stretto rappresenta uno spazio governato da regole sue proprie, che è necessario comunicare e far conoscere per orientare le azioni di sviluppo dell’area a partire dalle sue peculiarità, anche normative.
Muovendo da alcuni eventi relativi all’uso di questo tratto di mare come rotta storica della navigazione internazionale e via di collegamento tra la Sicilia ed il continente, l’intervento utilizza una prospettiva descrittiva che guarda allo Stretto come luogo di cultura giuridica, storicamente identificabile, fondata su principi antichissimi e tradizioni comuni.
Uno straordinario “campo di ricerca” per lo sviluppo progressivo del diritto del mare, a partire dai nuovi usi degli spazi marini, alle sfide tecnologiche che interessano i servizi (marittimi e portuali), alla doverosa attenzione per le esigenze della collettività che vive tra le due sponde e di quanti vi transitano, in una dimensione mediterranea capace di proiettare una nuova configurazione (di pensiero e regolazione) per questa risorsa unica al mondo
Per il Prof. Fabrizio Mollo, Associato di Archeologia Classica, l’archeologia acquista sempre più una dimensione pubblica e per questo diventa fondamentale operare nella ricerca, ma anche e soprattutto nella valorizzazione e nella comunicazione. Attraverso una serie di esempi a cavallo dello Stretto ha mostrato come l’attività archeologica sul campo, tra terza missione e ricerca scientifica pura, possa e debba essere comunicata, perché diventi un attrattore culturale di primo livello e soprattutto un volano di sviluppo delle comunità locali e dei territori.
Notevole l’interesse del pubblico e dei numerosi studenti degli istituti di istruzione superiore della città – La Farina, Maurolico, Seguenza, Artistico Basile e Tecnico-Nautico Caio Duilio, presenti in sala. In chiusura gli interventi delle Proff. Daniela Pistorino e Caterina Celesti, dirigenti scolastiche rispettivamente dell’Istituto Caio Duilio e del La Farina-Basile.
La galleria fotografica dell’evento nel link che segue
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